Delegazione comunale di Porcia
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Elenco Generale
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Gran Cordone
Storia del Territorio
Cav. Sergio Bisaro
Delegato Comunale
Arte, storia, cultura, ambiente: numerosi in zona gli insediamenti preistorici delle età del Bronzo e del Ferro, come le località Castellet, Castelir di Pieve (sicuramente un castelliere), San Cristoforo, ma soprattutto Santa Rufina di Palse, dove recentemente è stato portato alla luce un villaggio paleoveneto, il più importante insediamento dell'età del Ferro in tutto il Friuli occidentale (IX-VIII secolo A.C.). Indubbia pure la romanità attestata dai toponimi, da ritrovamenti fittili e numismatici, dalle fondamenta tardo romane del castello. Documentato dall'XI secolo, da allora a oggi esso fu ininterrottamente dimora della famiglia dei Porcia e Brugnera, la più antica e importante di tutto il Friuli, imparentata con i da Romano, i da Camino, gli Scaligeri, i Torriani, i Visconti, i Colloredo, i Fugger e dal 1662 principi del Sacro Romano Impero. Nel corso di questo millennio di storia, il primitivo Castrum de Porcileis stato oggetto di molti ampliamenti e modifiche e risultato un complesso originale e di alto interesse. Gli sta accanto la neogotica parrocchiale di San Giorgio (attestata nal 1262, riedificata nel XVI e modificata nel XIX secolo) che custodisce lacerti di affreschi del XVI secolo, una pala di F. Figini detto da Milano (1515) in altare dorato coevo, una pala di Palma il Giovane (1621), un pregevole coro ligneo del pordenonese N. Pensi di Roraigrande (1631), un battistero ligneo secentesco attribuito ad A. Ghirlanduzzi, quattro grandi tele destinate un tempo a chiudere l'organo) di J.Fischer e un bassori lievo funebre di P.Miglioretti (1850). Singolare il vicino campanile del 1488, nato per emulare quello di San Marco a Venezia ma forzatamente interrotto a soli 44 m e malamente concluso. Nel centro storico si possono ammirare la Porta di Sopra o dell'Orologio, con merlature ghibelline (XIII secolo), alcuni palazzi dei secoli XVI, XVII e XVIII (come il Gherardini, con notevole parco, il Fresco - De Mattia, il Feudo), alcuni angoli medievali, i lacerti delle antiche mura, la loggia, in cui si amministrava la giustizia (rimaneggiata nel XVI secolo) ed infine, sulla piazza principale, la chiesa dell'Assunta (fondata dalla confraternita dei Battuti nei secoli XIV e XV e rimaneggiata nel 1555 e nel 1892) affiancata dal curioso campanile con cuspide in cotto. Notevoli le opere d'arte che la chiesa custodisce, tra cui un paio di sculture lignee, una tela di Francesco da Milano e vari affreschi del XVI secolo, due altari lignei (forse di A. Ghirlanduzzi) e una pala attribuita ad A. Vicentino risalenti al XVII secolo. Nell'immediata periferia est, sulla vecchia strada per Pordenone, oltre la torre della Colombera, nascosti dal verde di un antico parco (xv secolo), in località Roraipiccolo, ci sono due gioielli: la scenografica villa Correr-Dolfin (XVII secolo), situata in un ambiente di tutto riguardo (il parco, il prato, l'intatta cintura a muro di sasso, la barchessa, la cappella coeva con tre belle statue lignee per le quali si fatto il nome di A. Brustolon, i poveri ma suggestivi resti della villa Gabelli) e l'antichissima chiesetta di San Agnese (XIII secolo, con accanto la nuova - 1930 - di D. Rupolo), che racchiude, oltre ad anonimi affreschi dei secoli XIV e XVI, anche un affresco di G.A. Pordenone che funge da pala (inizio XVI secolo). A ovest, in località Pieve di Palse vi è la chiesa di San Vigilio, tra le più antiche della zona, che malgrado le modifiche seicentesche conserva lacerti di affreschi dei secoli XIV e XV, oltre ad opere più recenti come l'acquasantiera di A. Pavanello (1643). A Talponedo, merita una visita l'elegante tempietto settecentesco di San Michele Arcangelo, con opere d'arte lignee e lapidee, che deve la sua fama al fatto di aver avuto accanto un ospedale -ospizio attestato ancora nel 1210 e passato poi ai Cavalieri Templari e ai Gerosolimitani, o di Malta, ai quali appartenne fino al XIX secolo. Nel seicentesco oratorio di San Giuseppe di Spinazzedo si trovano un acquasantiera di A. Pavanello (1607), un bel palliotto a bassorilievo (1698) e una pala di G. Buzzi (XVIII secolo).
Uno scorcio del Castello di Porcia